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La pelle invecchia troppo in fretta.
Spesso è colpa del tempo che passa, ma il motivo principale risiede in uno stile di vita sbagliato: alcool, fumo, errata alimentazione ed esposizione prolungata al sole sono le cause primarie di un invecchiamento precoce. Grazie alla tecnologia laser CO
2, e con un minimo investimento del tuo tempo, potrai intervenire sugli inestetismi della pelle, come rughe, cicatrici da acne o varicella, stimolando la rigenerazione dei tessuti e riscoprendo una pelle liscia e curata. 

A CHI È RIVOLTO? 

Il trattamento è indicato per tutti i tipi di pelle.
Il medico potrà valutare il grado di abbronzatura per identificare al meglio tempi e caratteristiche delle sedute. 

COSA DEVO FARE PRIMA DEL TRATTAMENTO? 

Il paziente dovrà evitare l’uso di lampade abbronzanti
e l’esposizione solare per almeno un mese prima del trattamento. La pelle al momento della seduta dovrà essere ben detersa e priva di cosmetici ed il paziente non dovrà aver assunto farmaci che ne possano alterare la sensibilità alla luce. Il trattamento è normalmente ben tollerato, tuttavia, Il medico potrà consigliare l’applicazione di una crema anestetica 40 minuti prima della seduta. Un accurato colloquoio con il medico consentirà di valutare e programmare l’intervento. 

QUANTI TRATTAMENTI 

SONO NECESSARI? 

Per un trattamento efficace occorrono mediamente da 1 a 3 sedute intervallate da almeno 45/60 giorni. Ogni paziente avrà un piano differenziato in base alla tipologia, sede e profondità dell’inestetismo oltre al tipo e colore della pelle. 

QUANTO DURA UNA SEDUTA? 

Il trattamento può variare da 15 a 30 minuti
in base alla zona da trattare e può essere effettuato in ogni momento della giornata. 

IL TRATTAMENTO È DOLOROSO? 

Il trattamento è ben tollerabile.
Il paziente potrà avvertire una lieve sensazione di bruciore transitoria. 

COSA DEVO FARE DOPO IL TRATTAMENTO? 

Presentando un leggero arrossamento che sparirà in 4/7 giorni, il paziente dovrà applicare compresse di ghiaccio e creme lenitive ed antibiotiche sulla zona trattata. Successivamente sarà di nuovo possibile usare cosmetici ed esporsi al sole, utilizzando una crema protettiva per almeno 30 giorni dalla fine del trattamento.
La protezione solare è comunque fortemente consigliata senza limitazioni di durata. 

QUALI RISULTATI POSSO ASPETTARMI? 

La pelle sarà levigata, tonica e compatta già dopo i primi giorni. Il paziente potrà assistere a un miglioramento continuo nei sei mesi successivi, grazie alla formazione di nuovo collagene, con risultati concreti e duraturi. 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”In collaborazione con”][/vc_column][/vc_row]

 

Renaissance nasce dalla ferrea volontà di unire sotto
un solo marchio soluzioni veramente uniche per la dermatologia, la chirurgia e la medicina estetica, maturate dall’esperienza trentennale di Deka M.E.L.A. e diQuanta System, due aziende italiane appartenenti ad
un grande gruppo, la El.En. SpA di Calenzano (Firenze). Renaissance è l’espressione massima delle tecnologie medicali di El.En., che si posiziona tra le prime imprese al mondo nel settore laser per la medicina, il body shaping e la chirurgia.

Una grande sorgente laser al servizio
della piccola chirurgia dermatologica

Laser CO2

Questo articolo è destinato a fornire informazioni di carattere generale. Per ulteriori informazioni relative alla propria situazione specifica, richiedi informazioni qui.



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Con il laser CO2 è possibile trattare
in maniera efficace un’ampia gamma di inestetismi e lesioni cutanee, salvaguardando il tessuto circostante, in totale sicurezza e con tempi di guarigione ridotti. 

A CHI È RIVOLTO? 

ll trattamento è indicato per la rimozione di inestetismi e lesioni cutanei di diverso tipo, come cheratosi seborroiche ed attiniche, nevi epidermici, condilomi, adenomi sebacei, fibromi molluschi, siringomi, xantelasmi, verruche e neurofibromi, fino a trattamenti più importanti di rimodellamento cutaneo come rinofimi e cicatrici. 

COSA DEVO FARE PRIMA DEL TRATTAMENTO? 

Si sconsiglia di effettuare il trattamento su pelli abbronzate. Per questo motivo, il paziente dovrà evitare l’uso di lampade abbronzanti e l’esposizione solare fino a un mese prima dell’inizio e per tutta la durata del ciclo di trattamenti. Un accurato colloquio con il medico consentirà di definire la situazione specifica (in particolare farmaci assunti e storia clinica) per una corretta valutazione del trattamento. 

QUANTI TRATTAMENTI SONO NECESSARI? 

La sorgente laser CO2 può portare risultati immediati anche in una sola seduta. Il medico valuterà, a seconda dei casi, il numero di trattamenti necessari, soprattutto in caso di lesioni complesse o che sono a rischio di recidive, quali le verruche. 

QUANTO DURA UNA SEDUTA?
La durata del trattamento dipende dalla dimensione e della gravità dell’inestetismo. In media le sedute variano tra i 10 e i 20 minuti. 

IL TRATTAMENTO È DOLOROSO?
Il trattamento è ben tollerabile. In caso di coinvolgimento di strati più profondi della cute o di aree particolarmente estese, potrà essere somministrata, a discrezione del medico, una piccola anestesia locale. 

COSA DEVO FARE DOPO IL TRATTAMENTO?
Dopo il trattamento può presentarsi un piccolo eritema e/o gonfiore destinato a scomparire in poco tempo. Per 7-10 giorni dalla fine del trattamento sarà necessario utilizzare per la medicazione creme antibiotiche, emollienti, senza alcun tipo di cosmetico fino alla completa guarigione. Successivamente potrà essere applicato anche il make-up. Viene fortemente consigliato l’utilizzo di creme idratanti e di protezione solare, senza limitazioni di durata. 

QUALI RISULTATI POSSO ASPETTARMI?
La tecnologia della sorgente laser CO2 assicura risultati concreti. Il paziente potrà assistere ad un miglioramento continuo e costante durante le fasi trattamento, beneficiando di progressi estetici e funzionali.

 

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Questo articolo è destinato a fornire informazioni di carattere generale. Per ulteriori informazioni relative alla propria situazione specifica, richiedi informazioni qui.



La terapia della vitiligine: un approccio proporzionato all’attività clinica della malattia

La vitiligine è una malattia caratterizzata dalla formazione di chiazze ipo-acromiche della cute dovute alla focale scomparsa dei melanociti epidermici.

In base alla modalità di distribuzione e all’estensione delle lesioni vengono distinte le seguenti forme di vitiligine:

Generalizzata (è la forma di più comune osservazione e colpisce bilateralmente più distretti cutanei con caratteristiche di simmetricità).

Acrofaciale (caratterizzata dall’interessamento preminente del volto, soprattutto nelle regioni periorifiziali, e delle estremità più distali degli arti).

Localizzata (colpisce una/due regioni del corpo).

Segmentale (con lesioni confinate ad una metà del volto, del tronco o a un dermatomero).

Seborroica (localizzata principalmente nelle aree seborroiche, in particolare del volto).

 

La vitiligine generalizzata colpisce circa l’1% della popolazione mondiale senza significative differenze di sesso o razza.

La vitiligine generalizzata  è un disordine cutaneo in cui l’ipotesi patogenetica autoimmune è la più accreditata. La reazione immune verso un antigene ancora non univocamente identificato, innesca un processo apoptosico del melanocita che lo conduce alla morte cellulare. L’andamento clinico della vitiligine differisce alquanto dalle comuni malattie autoimmunitarie, sotto il profilo della progressione clinica. Infatti nella vitiligine si assiste  a periodi di peggioramento, periodi di stazionarietà ed addirittura a momenti in cui si ha ripigmentazione anche spontanea, comportamento questo che la assimila in parte alla alopecia areata.

Sia la prima chiazza che i periodi di peggioramento sono spesso indotti da traumi, fisici o relazionali, indotti da farmaci o squilibri ormonali. La progressione può essere delle più varie così come le sedi cutanee colpite, anche se le maggiormente coinvolte dall’inizio risultano essere il volto e le mani.

I periodi di quiescenza possono essere lunghi anche anni mentre i periodi di peggioramento non superano quasi mai pochi mesi (anche senza terapia).



La vitiligine: saperla riconoscere ed affrontare

La vitiligine è sicuramente una malattia complessa ed oggigiorno può costituire, forse molto più che in passato, un problema per chi deve conviverci tutti i giorni nella propria quotidianità specialmente a livello sociale  e relazionale.

Tuttavia chi ne è affetto non deve sentirsi condannato perché è una patologia con la quale, nonostante la sua problematicità, è possibile confrontarsi conseguendo un miglioramento cutaneo e quindi anche della qualità della vita. L’essenziale è procedere con il giusto inquadramento della vitiligine per impostare la migliore scelta terapeutica.

 

Che cosa è in parole semplici la vitiligine?

La vitiligine è una malattia che appartiene ai disordini della pigmentazione cutanea, caratterizzata dalla comparsa sulla cute di chiazze bianche causate dalla scomparsa o disattivazione dei melanociti responsabili in larga parte della produzione di melanina. Generalmente tali chiazze tendono a presentarsi sulle mani, sul volto, sulle aree genitali e i gomiti, ma non ne sono esenti tutte le altre parti del corpo.

 

La vitiligine colpisce sempre nello stesso modo?

No, esistono infatti varie forme di vitiligine. La più comune è quella definita generalizzata, detta anche simmetrica, bilaterale o volgare, che colpisce appunto bilateralmente e in maniera simmetrica più distretti cutanei, come nel caso della comparsa di una chiazza bianca sulla mano destra seguita immediatamente o contemporaneamente dall’insorgere di una medesima macchia sulla mano sinistra.

La vitiligine può essere classificata dunque secondo varie forme:

  • Generalizzata
  • Acrofaciale
  • Localizzata
  • Segmentale
  • Seborroica

Anche l’andamento clinico della vitiligine risulta peculiare in quanto presenta fasi di peggioramento, di stazionarietà e persino di ripigmentazione anche spontanea. Generalmente insorge e peggiora nel periodo primaverile o estivo.

 

Chi può essere colpito dalla vitiligine?

La vitiligine colpisce circa l’1% o il 2% della popolazione, senza differenze di sesso e purtroppo nemmeno di età, perciò anche i bambini possono soffrire di vitiligine. Secondo le statistiche la familiarità incide tra il 10% e il 15%.

 

Che cosa causa la vitiligine?

Potremmo paragonare la vitiligine ad un mosaico antico del quale fino ad oggi siamo stati in grado di recuperare alcuni tasselli, i quali, nonostante non siano tutti, ci permettono comunque di comprendere in parte quale immagine essi vadano a comporre.

Le ricerche compiute ci permettono di formulare tre principali ipotesi patogenetiche della vitiligine:

  • Patogenesi autoimmune.
  • Poiché spesso la vitiligine risulta associata a malattie autoimmuni quali la tiroidite di Hashimoto, la gastrite autoimmune o la celiachia in forme fruste, è considerata nella maggior parte dei casi come risposta autoimmunitaria, nonostante differisca alquanto da questo tipo di malattie per quanto riguarda l’andamento clinico. Ricordiamoci che il nostro “esercito” immunitario sa soltanto attaccare e può colpire persino noi stessi con alcuni “battaglioni” che non risultano, come invece dovrebbero essere, correttamente disattivati o eliminati e tra questi, quelli in grado di danneggiare i melanociti, possono essere lasciati silenti e quindi non disattivati completamente.
    A giocare un ruolo essenziale nel manifestarsi della malattia e quindi dell’attivazione del sistema autoimmunitario sono fattori scatenanti quali stress o traumi psicologici, malattie infettive o virali, disturbi ormonali o traumi cutanei.
  • Patogenesi neurale
    Studi dimostrano che uno squilibrio di produzione di neurotrasmettitori a livello delle terminazioni nervose cutanee può comportare un danno ai melanociti.
  • Patogenesi autocitotossica
    È stato dimostrato che il possibile intervento di un metabolita intermedio nella sintesi della melanina può risultare tossico e quindi danneggiare il melanocita.

 

È possibile prevenire la vitiligine?

È certo che rafforzare il proprio sistema immunitario con prodotti naturali come ad esempio l’echinacea è corretto e di aiuto nella vita quotidiana. Però di fatto non è possibile prevenire la vitiligine ossia impedirne l’insorgenza. Si può piuttosto limitare i danni di questa patologia e consigliare ai pazienti affetti da vitiligine di fare attenzione a non sottoporsi a traumi cutanei come le ustioni solari, le cerette a caldo o i peeling troppo forti se non addirittura di grado medio in fase di attività della vitiligine.

 

Devo temere perciò ogni chiazza bianca sulla pelle?

No, poiché non tutte le chiazze che si presentano sulla cute sono segno di vitiligine. È sempre bene comunque far esaminare le chiazze bianche che compaiono soprattutto se sospette da un dermatologo. Si può comunque trattare di segni dovuti a fotoinvecchiamento cronico oppure di pitiriasi versicolor, il cosiddetto “fungo del mare”.

 

Affrontare la vitiligine è dunque possibile?

Sì, è possibile confrontarsi con essa ed affrontarla. È la stessa malattia del paziente ad indirizzare il medico verso la migliore scelta terapeutica per quel determinato caso.

Le macchie non sono pagine bianche ma un vero e proprio libro scritto che ci permettono di interpretare la patologia e di comprendere la fase nella quale essa si trova, se in attività, se inizia a svilupparsi o in stadio di stabilità o di miglioramento.

Dall’osservazione morfologia delle chiazze noi del GISV abbiamo creato un indice di valutazione dell’attività della vitiligine, VAI, Vitiligo Activity Index, che prende in considerazione quattro aspetti principali delle chiazze:

  • Depigmentazione puntiformePunti depigmentati molto vicini al bordo della chiazza sono indice di allargamento ed espansione della chiazza.
  • Delaminazione del bordo Il passaggio non netto tra la chiazza bianca e la cute sana è segno di peggioramento.
  • StabilitàLe chiazze sono caratterizzate da un bordo piuttosto netto.
  • Ripigmentazione follicolareLa comparsa di zone normo o iperpigmentate in zone limitrofe ai follicoli piliferi è segno di miglioramento.

Sulla base di tali informazioni rilevabili da una attenta analisi delle chiazze è possibile impostare la migliore terapia.

 

Come viene impostata la terapia?

Il dermatologo considera per scegliere l’approccio terapeutico più idoneo:•Lo stato di attivazione della vitiligine grazie alla guida del VAI

L’inquadramento genetico

  • Il tipo di vitiligine e la sua estensione
  • L’età del paziente
  • Il fototipo del paziente
  • La presenza di altre malattie nel paziente e nei familiari
  • La presenza della reazione di Koebner
  • Lo stile di vita e l’alimentazione
  • Il coinvolgimento psicologico

L’alterazione della qualità della vitaUtile può essere la consulenza di altri specialisti soprattutto nel caso in cui la vitiligine si presenti in concomitanza con altre malattie e quindi possono collaborare endocrinologi, psicologi, psichiatri, nutrizionisti ed anche naturopati. Ricordiamoci che la cute fa parte di un individuo nella sua totalità ed in medicina un approccio olistico risulta migliore.

 

Qual è dunque la migliore scelta terapeutica per affrontare la vitiligine?

La terapia va impostata in base al quadro di attività clinica della malattia e quindi risulta essenziale l’indice di attivazione della vitiligine del VAI. Nessuna scelta terapeutica risulta in assoluto la più efficace o quella definitiva, in quanto ogni terapia è idonea solo per alcune fasi dell’evolversi della vitiligine. Il percorso terapeutico è sempre medio-lungo con controlli periodici in studio a distanza generalmente di tre-sei mesi e con protocollo terapeutico da eseguire a casa propria. L’osservazione delle macchie è compiuta sotto la luce di Wood che ci permette di far risaltare le chiazze, anche quelle meno evidenti.

Si eseguono fotografie delle chiazze per osservarle con attenzione e seguire lo sviluppo della malattia. In seguito si procede con:

  • Terapia immunosoppressiva locale o sistemica (solitamente il cortisone o la calcineurina)
    in fase di attività e peggioramento della malattia per bloccare l’espandersi della vitiligine
  • Terapie ripigmentanti come la fototerapia ad UVB a banda stretta generalmente localizzata, in fase di stabilità già presentata dal paziente al momento della visita o ottenuta tramite terapia precedente
  • Terapia integrativa orale antiossidante in associazione alla fototerapia in fase di stabilità e ripigmentazione
  • Terapia topica o sistemica con l’impiego di piperina, una crema a base di pepe nero in grado di stimolare i melanociti, volendo associata alla fototerapia, in fase di stabilità e ripigmentazione

È possibile guarire completamente dalla vitiligine?

La vitiligine è una malattia complessa e non facile da curare. Purtroppo non possiamo promettere miracoli ed è necessario ricordarci che ogni caso è diverso e che bisogna essere pazienti e costanti.Considerato questo, ci sono pazienti che non presentano ricadute anche da dieci anni, spesso perché la vitiligine è stata individuata in uno stadio iniziale e perché hanno avuto la costanza e la perseveranza di sottoporsi alle terapie. Molti presentano notevoli miglioramenti e sono riusciti a controllare l’evoluzione della malattia, grazie ad un protocollo terapeutico adeguato.In caso di altri pazienti si è rivelato più difficile migliorare la condizione cutanea; è certo che è compito del medico continuare a seguirli e da parte del paziente non abbattersi.

Spesso ad ottenere i migliori risultati sono coloro che presentano la vitiligine con una forte componente psicosomatica e quindi comparsa a seguito di un trauma psicologico o di un forte stress. In questo caso i bambini rispondono meglio alle terapie dermatologiche.Inoltre si consideri che ci sono parti del corpo che danno maggiori risultati quali volto, collo e decolté, mentre le falangi delle mani, i piedi e le aree genitali rappresentano zone più ostiche. Il medico deve sempre cercare di migliorare la qualità di vita del paziente e sulla base della mia esperienza ho visto pazienti che, pur con una vitiligine ancora estesa, sono riusciti a migliorare la propria cute sulle mani e sul volto ed essere per questo felici e più sicuri nella propria vita.

Se siete interessati ad una valutazione del vostro quadro clinico e all’impostazione di una terapia contro la vitiligine chiamate il 335 81 99 360 o andate a questa pagina per richiedere un appuntamento e/o valutare le vostre esigenze.



La vitiligine nei bambini può essere valutabile tra lo 0,15 e lo 0,30%.

La presentazione clinica nei bambini è sostanzialmente sovrapponibile a quella dell’adulto, con lesioni bianco-latte ben circoscritte, asintomatiche, a bordi caratteristicamente festonati.

La vitiligine di solito si manifesta difficilmente prima del secondo anno di età anche se sono stati descritti casi neonatali.

La vitiligine nei bambini sembra colpire più le femmine che rappresentano il 57-69% del totale a secondo dei vari lavori.

Varietà cliniche

Le forme più frequenti di vitiligine nei bambini sono rappresentate da quadri clinici non segmentari e da una varietà segmentaria. Varietà rarissime di vitiligine in età pediatrica sono rappresentate dalla vitiligine chimica e dalla vitiligine dopo  sospensione di alcuni farmaci come la clorochina e la clofazimina.

1. Vitiligine non segmentaria

Si distinguono le seguenti forme cliniche:

  1. Vitiligine bilaterale e simmetrica interessa  circa il 35-40% dei casi della popolazione pediatrica
  2. Vitiligine acrofacciale nel 20-30% dei casi pediatrici
  3. Vitiligine focale nel 25-30% dei casi pediatrici.

La vitiligine non segmentaria tende all’estensione per tutto l’arco della vita ed è caratterizzata solitamente da lesioni limitate con lenta espansione, la sede di esordio è spessa rappresentata dagli angoli della bocca, dalle palpebre, dalla mucosa anale e genitale e dalle zone sottoposte a microtraumatismo come le prominenze ossee dei gomiti, le creste tibiali e il dorso delle dita delle mani e dei piedi. Il segno di Koebner, ovvero lo sviluppo di lesioni acromiche dopo traumi minori, che si ritiene associato alla fase attiva della malattia, è soprattutto evidente nei bambini specie nei mesi estivi, per piccoli traumi che si provocano giocando spesso nelle sedi dove la pelle non è protetta dagli abiti (vedi foto).

La familiarità per la vitiligine non segmentaria è stata riportata in circa il 15% dei casi.

2.Vitiligine segmentaria

La vitiligine segmentaria è caratterizzata da lesioni asimmetriche e localizzate all’interno di un dermatomero (porzione di superficie cutanea innervata da una singola radice sensitiva di un nervo spinale). Queste lesioni progrediscono rapidamente e nello spazio di uno-due anni si estendono a un solo dermatomero in circa il 90% dei casi e a più dermatomeri, in genere due, nei rimanenti. La sede più colpita è l’area del trigemino, seguita dal tronco, dal collo e dagli arti. La vitiligine segmentaria dei bambini, come anche la forma equivalente dell’adulto, raramente si associa a disturbi autoimmuni, a traumi psichici e fisici. La familiarità per la vitiligine segmentaria è stata riportata in circa il 10-15%.

Associazioni

La vitiligine nei bambini, nelle sue varie forme, risulta più raramente associata a disordini autoimmuni, in particolare quelli della tiroide, comunque è consigliabile eseguire sempre gli esami ematochimici per valutare la presenza delle varie malattie autoimmuni.

Per quanto riguarda l’associazione fra vitiligine in età pediatrica e altre patologie cutanee ricordiamo soprattutto dermatite atopica, alopecia areata e psoriasi.

La vitiligine nei bambini può essere preceduta in circa il 25% dei casi dalla comparsa del nevo di Sutton.

Diagnosi differenziale

  1. Nevo depigmentoso
  2. Nevo acromico (talora può essere difficile differenziarlo da una forma di vitiligine segmentaria  o da una vitiligine focale ad esordio precoce)
  3. Nevo anemico
  4. Piebaldismo
  5. Forma acromica della tinea versicolor
  6. Sclerosi tuberosa
  7. Pitiriasi alba
  8. Ipo/acromie post-infiammatorie
  9. Morfea
  10. Lichen scleroatrofico
  11. Lesioni acromiche della lebbra (rarissima nei nostri climi)
  12. Lesioni ipocromiche della fase tardiva della pinta (rarissima nei nostri climi)

Psiche e vitiligine

La vitiligine nei bambini pur avendo una prognosi migliore di quella dell’adulto, può avere un impatto sulla qualità di vita dei bambini e della sua famiglia, pertanto è sempre consigliabile una consulenza psicosomatica.

Prognosi

La vitiligine nei bambini ha una prognosi migliore di quella dell’adulto. La forma segmentaria è quella che ha una prognosi migliore nei bambini.

Fattori negativi per la prognosi sono rappresentati dalla presenza di familiarità per la vitiligine, dall’associazione con malattie autoimmuni, da una lunga durata delle lesioni, dalla presenza del segno di Koebner e dal coinvolgimento delle mucose.

Terapia

Come nell’adulto, anche nei bambini è importante inquadrare il tipo di vitiligine, le  possibili associazioni, l’impatto psicologico e soprattutto la fase in cui si trova la malattia (fase di attività o di stabilità o di ripigmentazione) e dopo una attenta osservazione clinica impostare un adeguato protocollo terapeutico (terapia controfasica).



Titolo assai provocatorio, scelto di proposito per parlare di un problema di pelle delicatissimo.

 

Finalmente grazie a personaggi famosi e coraggiosi, come la modella Winnie Harlow, la vitiligine è uscita dall’ombra e l’opinione pubblica verso questa malattia sta lentamente cambiando.

 

Tuttavia la vitiligine rimane spesso causa di vergogna e di un forte senso di disagio, arrivando talvolta a incidere anche notevolmente sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Infatti, sebbene la vitiligine solitamente non sia una malattia grave, è una patologia dalla forte connotazione estetica con inevitabili conseguenze psicologiche. Nondimeno, chi ne è colpito deve essere consapevole che può migliorare nettamente il suo stato di salute e quindi anche la qualità della propria vita.

 

Chi soffre di vitiligine, per prima cosa, dovrebbe essere seguito da un dermatologo specializzato e di fiducia, con molta esperienza, disponibile all’ascolto e alla comprensione. 

Grazie alle nuove conoscenze mediche e alla mia lunga esperienza professionale, sono in grado di affrontare e migliorare notevolmente la malattia e quindi lo stato di salute dei miei pazienti.

 

Come viene affrontata la vitiligine?

 

Ogni caso di vitiligine è diverso dall’altro. Importante è inquadrare il tipo, la fase della malattia, cercare e curare le cause scatenanti (psicosomatiche, genetiche e autoimmuni), valutare quanto la malattia incida sulla qualità della vita dell’individuo e alla fine proporre un protocollo terapeutico allargato e il più personale possibile.

 

Una volta compresa la dinamica della malattia, decidiamo un piano di trattamenti idoneo sulla base del tipo di vitiligine del paziente e sulla base della fase in cui si trova la malattia al fine di stabilizzare subito la patologia e in seguito di recuperare la pigmentazione.

Per riacquistare la pigmentazione è fondamentale la crema piperina, che è disponibile soltanto su ricetta.

Importante è anche impostare una terapia che punti a migliorare la situazione personale del paziente da un punto di vista psicosomatico. In questa direzione, suggeriamo di seguire una dieta e altri consigli che possono rivelarsi importanti e che propongo diversificati durante i vari momenti della terapia a seconda della fase della malattia.

 

I primi risultati sono possibili dopo 6-12 mesi di terapia. Talvolta è persino possibile raggiungere una guarigione totale. In qualsiasi caso, è indispensabile la collaborazione del singolo paziente che oltre a essere disposto a seguire le terapie mediche, dovrebbe esserlo anche a cambiare o a modificare stile di vita e alimentazione, imparando soprattutto ad affrontare situazioni che potrebbero essere fonte di forte stress.

 

Una diagnosi seria può essere effettuata solo tramite una visita personale presso il mio studio e vi chiedo di non chiedermi consultazioni via internet.

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Già alcuni testi sacri dell’India risalenti al 1500 a.C. sembrano parlare di vitiligine e riportano alcuni consigli per la sua cura, come quello di consumare alcuni alimenti e di astenersi da altri, senza però chiare evidenze sperimentali.

 

Recentemente alcuni studi hanno riscontrato che molti pazienti affetti da vitiligine presentano bassi livelli ematici di acido folico, vitamina B12, vitamina C, vitamina D e vitamina E. Pertanto, in questi casi, possono essere effetivamente utili alcuni consigli nutrizionali in modo da regolarizzare i livelli ematici di queste vitamine.

Tuttavia, come medico specialista per la cura della vitiligine, ricordo che l’integrazione dietetica di vitamine non è del tutto scevra da effetti collaterali anche importanti indotti da un sovradosaggio o da altre condizioni metaboliche, pertanto per quanto possa essere utile nei pazienti con vitiligine seguire alcuni consigli nutrizionali, questi devono avvenire sempre sotto controllo medico.

 

Acido folico e vitamine: una breve descrizione

 

L’acido folico è necessario per produrre globuli rossi e prevenire alcune forme di anemia.

Sono ricchi di acido folico alimenti alcuni tipi di verdura come asparagi, broccoli, spinaci e bieta, frutta come agrumi e kiwi, ma anche avocado, legumi, pane e pasta integrale, nonché carne e uova.

 

La vitamina B12 viene prodotta in natura da alghe, batteri e funghi, ma gli esseri umani non sono in grado di sintetizzarla da soli, risultando integrabile tramite una corretta alimentazione. Questa vitamina contribuisce alla sintesi del DNA e dell’emoglobina ed è fondamentale per tenere ai giusti livelli l’omocisteina, aminoacido che è stato messo in relazione con il rischio di sviluppare alcune malattie e che talvolta risulta aumentato nella vitiligine in fase di attività.

Sono ricchi di vitamina B12 alimenti come uova, carne, pesce, pollame e latte.

 

La vitamina C ha proprietà antiossidanti e rinforza il sistema immunitario.

Sono ricchi di vitamina C alimenti quali uva, fragole e agrumi.

 

La vitamina D è fondamentale per la salute delle ossa, del sistema nervoso e del cuore. Bassi livelli di vitamina D si trovano in molte malattie autoimmuni e anche nella vitiligine.

Il modo migliore per assicurarsi la dose giornaliera di questa vitamina è esporsi al sole (sempre in modo corretto). In questo modo il nostro corpo riesce a sintetizzarla.

Anche alcuni alimenti sono ricchi di vitamina D, come pesce, latte e uova.

 

La vitamina E è nota soprattutto per le sue proprietà antiossidanti.

Alimenti come oli vegetali, nocciole, pinoli e mandorle ne sono ricchi.

 

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I capelli vengono successivamente preparati e montati su un vetrino portaoggetti per osservarli al microscopio ottico o al microscopio a luce polarizzata.

Le malattie caratterizzate da caduta di capelli sono classificate in:

 

 

  • Alopecia non cicatriziali, nelle quali dal punto di vista clinico non vi è alcun segno di infiammazione tessutale, cicatrizzazione o atrofia della cute

 

  • Alopecie cicatriziali, in cui è evidente una distruzione del tessuto sotto forma di infiammazione, atrofia e cicatrizzazione

 

Nella forma di alopecia non cicatriziale caratterizzata da un diradamento e/o da una caduta dei capelli può essere utile effettuare a scopo diagnostico il tricogramma classico o il tricogramma a luce polarizzata.

 

Diagnosi

Il tricogramma è una metodica semi-invasiva che permette di studiare la dinamica del ciclo follicolare e le condizioni patologiche dei capelli.

Il prelievo si esegue fissando l’estremità libera di una ciocca di capelli con una pinza Klemmer, mentre con altra pinza analoga si fissa la base della ciocca.

Si procede quindi allo strappo che deve essere energico e deciso nella direzione verso cui emergono i capelli.



La cura dei capelli
Per alopecia si intende l’assenza o la carenza di peli o capelli nelle aree di cute in cui essi sono normalmente presenti.Scolasticamente possiamo ritenere ancora valida la seguente classificazione:Alopecie non cicatriziali▪Androgenetica (o calvizie comune)▪Frontoparietale maschile▪Telogen effluvium▪Ipotrichia estrone carenziale▪Psicogena▪AreataAlopecie cicatriziali▪Lichen planus▪Fibrosante frontale▪Follicolite decalvantePseudo alopecie▪Tricoressi nodosa▪TricotillomaniaLa caduta dei capelli è un problema che, da sempre affligge una percentuale rilevante della popolazione maschile, ma la sua incidenza sta aumentando in maniera significativa anche tra le donne.La calvizie comune come gli altri disordini dei capelli, è ormai considerata una vera e propria patologia, in quanto può provocare disturbi psicologici talvolta molto gravi nei soggetti colpiti, influenzando l’autostima, la fiducia in se stessi e le capacità di relazione.Troppi medici, tuttavia sottovalutano questo problema e si limitano a prescrizioni piuttosto generiche accompagnate da un paternalistico consiglio alla rassegnazione, senza sapere che uno specialista potrebbe fornire un aiuto importante.Gli esami di laboratorio  e strumentali sono molto utili per capire le cause di una caduta di capelli o di una alopecia di non chiara patogenesi.Ad esempio di fronte ad una alopecia cicatriziale gli esami potranno orientare il medico verso una collagenopatia, di fronte ad un telogen effluvium verso una malattia infettiva o una anemia, di fronte ad una alopecia femminile in telogen accompagnata da segni di virilizzazione verso una patologia endocrina, etc.La visita medica tricologica si compone di vari momenti:▪Colloquio con raccolta dell’anamnesi▪Esame obiettivo▪Esame obiettivo dermatologico▪Pull testEsami strumentali obbligatori▪Fotografia globale▪Videodermatoscopia▪Tricogramma in luce bianca e polarizzataEsami facoltativi (in casi particolari)▪Wash test▪Misurazione e monitoraggio pressione arteriosa▪Accertamenti ematochimici▪Test allergologici e intolleranze▪BiopsiaDiagnosiPrescrizione terapia▪La terapia medica si avvale sia di preparati topici che di sostanza assunte per via orale.▪Nell’ottica di fornire al paziente una terapia medica il più possibile personalizzata e caratterizzata da un’ampia scelta di principi attivi, il preparato galenico rappresenta certamente un’opzione interessante per il medico tricologo▪Pianificazione follow-up in base al tipo di patologia



Acido ialuronico naturale bio interattivo

 

La presenza di un’alta o bassa concentrazione di acido ialuronico nel derma è direttamente proporzionale a un tessuto “giovane o “invecchiato”.

 

L’acido ialuronico naturale è responsabile dell’idratazione, del turgore e della compattezza del tessuto cutaneo, stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene ed altre sostanze fondamentali del derma, agisce come regolatore del traffico intercellulare e da “spazzino” eliminando i radicali liberi.

 

Oggi è possibile utilizzare acido ialuronico naturale e bio-interattivo, identico a quello naturalmente presente, che consente una volta infiltrato intradermicamente di ricreare un ambiente fisiologico ideale, cioè di replicare e mantenere nel tempo le condizioni che sono normalmente presenti in una pelle più giovane, per stimolare una funzionalità cellulare ottimale.

 

L’utilizzo di questo biorivitalizzante consente:

 

nell’immediato di apportare un miglioramento degli inestetismi cutanei (bisogna ricordare che la durata  la tipologia di effetto correttivo non è sovrapponibile a quello dei fillers)

 

nel tempo di ridare compattezza, turgore ed elasticità ai tessuti, quindi di ristrutturare, rivitalizzare e idratare in maniera naturale il derma per un effettivo ringiovanimento della pelle e per prevenire l’invecchiamento dei tessuti.

 

Può essere utilizzato sia per il volto sia per il collo, ma anche in altre zone cutanee come ad esempio le mani (ne migliora l’elasticità e il tono).

 

Applicazione Acido Ialuronico Naturale Biointerattivo

 

Non sono necessari test preliminari né una terapia antalgica, ma può essere utilizzato un anestetico locale in crema.

 

Il gel trasparente viene iniettato in piccole quantità con un ago molto sottile in sede intradermica.

 

Decorso Post Trattamento

 

Si può verificare un lieve arrossamento nelle zone di impianto che di solito si risolve entro 1-3 giorni.

 

Durata del Trattamento

 

Di solito la seduta dura meno di 30 minuti.

 

A secondo delle condizioni iniziali della pelle del paziente, in linea di massima vengono programmate 3 sedute, una giorni 15-30 giorni, per poi far seguire le sedute di mantenimento a distanza di circa 2-3 mesi.

 

Impianto di Acido Ialuronico

 

Per il trattamento delle rughe è entrata in uso negli ultimi anni una nuova sostanza: l’acido ialuronico. Grazie alle sue proprietà idrofile consente una correzione delle rughe più evidente rispetto al collagene.

 

È buona regola non procedere a una correzione assoluta, ma mantenersi al di sotto del livello ottimale per verificare l’aumento di volume nei giorni successivi.

 

Uno dei vantaggi dell’acido ialuronico consiste nel fatto che gli effetti durano a lungo (4-6-12 mesi), ma non sono permanenti.

 

Il risultato è una pelle sana, dall’aspetto naturale.

 

Applicazione Acido Ialuronico

 

Non sono necessari test preliminari né una terapia antalgica, ma può essere utilizzato un anestetico locale in crema.

 

Il gel trasparente, iniettato in piccole quantità con un ago molto sottile, aumenta il volume in modo naturale attenuando le rughe.

 

Decorso Post Trattamento

 

Dopo il trattamento possono verificarsi alcuni reazioni, normalmente correlate a qualsiasi iniezione, quali gonfiore, arrossamento e lieve indolenzimento nel sito di impianto che di solito si risolvono entro 1-7 gironi.

 

In circa 1 ogni 200 pazienti trattati si verificano altri tipi di reazione molto rare, ad esempio un certo gonfiore probabilmente dovuto ad ipersensibilità nell’area di impianto. Queste reazioni possono presentarsi alcuni giorni dopo l’iniezione e durano mediamente due settimane.

 

Durata del Trattamento

 

La durata del trattamento è individuale e dipende da molti fattori, quali l’età del paziente, il tipo di pelle, lo stile di vita, la mimica e la struttura cutanea.

 

La maggior parte dei pazienti effettua 2-3 sedute nel corso di una anno.

 

Tossina Botulinica

 

 

 

Il Clostridium botulinum, batterio gram positivo anaerobio, produce 7 diversi seriotipi di tossina. Attualmente nella pratica medica vengono utilizzate le tossine A e B. questi farmaci contengono un complesso costituita da tossina vera e propria e da una componente proteica non tossica necessaria per mantenere stabile il preparato. La tossina botulinica viene utilizzata in campo neurologico ed oftalmologico da oltre venti anni.

 

In campo dermo-estetico invece si ricorre alla tossina botulinica:

 

–       A partire dal 1992, trovando numerosi riscontri nella letteratura internazionale, nel trattamento delle rughe di origine muscolare.

 

–       Recentemente nel trattamento delle forme di iperidrosi.

 

Rughe di origine muscolare .La muscolatura mimica del volto produce con la sua attività solchi e rughe che tendono a farsi sempre più accentuati col passare degli anni, contribuendo in maniera rilevante all’invecchiamento del volto e influenzando significantemente l’espressione dell’individuo, rendendola eccessivamente accigliata, pensosa, dura, triste. Ciò dipende dalla forza della muscolatura mimica stessa, che varia da individuo a individuo.

 

Applicazione Tossina Botulinica

 

La tossina botulinica è un farmaco in grado di interrompere temporaneamente la trasmissione degli impulsi nervosi che determinano la contrazione della muscolatura mimica.Viene iniettata nei singoli muscoli di cui si vuole modulare l’attività per attenuare i rilievi prodotti sulla cute.L’applicazione al volto è ben tollerata e non richiede anestesia locale.

 

Decorso Post Trattamento

 

I primi effetti di attenuazione si manifestano in media dopo 2 giorni dal trattamento e raggiungono il massimo dopo 7-10 giorni.

 

La cute delle zone trattatte può manifestare un modesto arrossamento per poche ore.

 

Alcuni pazienti lamentano un fugace mal di testa dopo il trattamento.

 

Le complicanze di questo trattamento sono essenzialmente estetiche e sono dovute alla migrazione del farmaco verso gruppi muscolari indesiderati: ptosi sopraccigliare e ptosi palpebrale sono le più tipiche, per quanto inconsuete; ancora più rara è la diplopia (visione sdoppiata), per interessamento della muscolatura orbitaria. Hanno una durata in genere compresa tra i 7 e 21 giorni e sono molto rare.

 

Si segnala che rari pazienti (0,2%) non rispondono al trattamento.

 

Durata del Trattamento

 

Il risultato dura dai tre mesi e mezzo ai quattro. L’applicazione può quindi essere ripetuta.

 

Iperidrosi

 

Questa condizione è definita come una eccessiva sudorazione rispetto alle richieste termo regolative ed emotive del soggetto.

 

Si distingue:

 

Iperidrosi secondaria determinata da numerose condizioni patologiche (disordini endocrini e metabolici, neoplasie, patologie neurologiche, farmaci e sostanze stupefacenti)

Iperidrosi idiopatica, spesso a carattere familiare, piuttosto diffusa, interessa circa 1% della popolazione. Interessa prevalentemente le ascelle, il palmo delle mani, la pianta dei piedi, la fronte e la regione glutea.

Applicazione Tossina Botulinica

 

L’area da trattare viene identificata con l’osservazione clinica e il test di Mirror. Con una matita demografica si disegna una griglia di riferimento sull’area precedentemente definita e e si eseguono poi le iniezioni intradermiche.

 

Il trattamento a livello ascellare è ben tollerato e non richiede anestesia, mentre a livello palmare e plantare può essere necessario effettuare anestesia locale (topica o tronculare).

 

Decorso Post Trattamento

 

Gli studi clinici condotti a livello ascellare e plantare non hanno segnalato importanti effetti collaterali. A livello palmare si può osservare una transitoria riduzione della forma di pressione.

 

Durata del Trattamento


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